L’accesso alle opportunità educative per gli studenti con disabilità
Tag: Diritti
- 338mila gli alunni con disabilità che frequentano le scuole nell’anno scolastico 2022/23. Oltre il 4% degli studenti nel Paese.
- Nel 37% dei casi riguarda una disabilità intellettiva; in 1 su 10 una motoria.
- Bambini e ragazzi che spesso non hanno accesso alle stesse opportunità.
- Il 62,4% degli alunni con disabilità non partecipa alle gite scolastiche con pernottamento. Nel mezzogiorno la quota sale al 72,2%.
- 40,3% le scuole accessibili in Italia. Si va dal 73,7% della Valle d’Aosta, al 20,7% del bellunese.
Tra l’anno scolastico 2021/22 e quello 2022/23, gli alunni con disabilità sono aumentati del 7%. Parliamo di quasi 21mila ragazze e ragazzi in più, un aumento che porta il totale di studenti disabili nelle scuole italiane a circa 340mila.
Questa crescita testimonia da un lato una maggiore attenzione nelle diagnosi, dall’altro anche una crescente inclusione nel sistema educativo che – come abbiamo avuto modo di raccontare in passato – prosegue da alcuni anni. La partecipazione scolastica è un presupposto imprescindibile per garantire a tutti e tutte il diritto costituzionale all’istruzione.
Allo stesso tempo, l’ultima indagine Istat in materia ha messo in evidenza diverse criticità nell’inclusione effettiva di bambini e ragazzi con disabilità. Dalla partecipazione ad attività extra-scolastiche e opportunità educative, come le gite, alla reale accessibilità degli istituti, la situazione rimane tutt’altro che paritaria rispetto ai coetanei. Su questo divario di partenza, si innesta anche quello tra nord e sud in termini di effettiva accessibilità alle opportunità educative.
Studenti con disabilità: numeri in crescita
Nell’anno scolastico 2022/23 sono saliti a circa 338mila gli alunni con disabilità che frequentano le scuole italiane. Parliamo di circa 4 studenti su 100: un insieme sottostimato, perché include solo i bambini e ragazzi che hanno bisogno dell’insegnante di sostegno, in base alla diagnosi funzionale della Asl. E che quindi non comprende chi, pur in presenza di altri problemi di salute, menomazioni o limitazioni, non ha necessità del sostegno.
4,1% gli studenti con disabilità certificata in Italia.
Nel primo ciclo di istruzione, cioè nelle scuole primarie e medie, la quota raggiunge il 5%; mentre si attesta attorno al 3% tanto nelle scuole d’infanzia quanto in quelle superiori. Una diversa incidenza che segnala una minore inclusione in questi due livelli, in particolare nell’istruzione pre-primaria non obbligatoria.
Tra questi oltre 300mila bambini e ragazzi si riscontrano tante situazioni diverse: dai disturbi nello sviluppo neurologico, come l’autismo, a disabilità intellettive, fino a problemi motori o sensoriali. Nel 39% dei casi gli alunni hanno più di un tipo di disabilità.
Le più frequenti sono quelle intellettive (37% degli studenti), seguite da quelle dello sviluppo (31,8%). Poco meno di un alunno con disabilità su 5 è colpito da disturbi dell’apprendimento (19,4%), dell’attenzione e comportamentali (18,1%) o del linguaggio (17,5%).
Il 37% degli alunni disabili ha una disabilità intellettiva
Percentuale di alunni disabili nelle scuole italiane per tipo di disabilità diagnosticata (a.s. 2022/23)
DA SAPERE
Il totale non fa 100 perché uno stesso alunno può avere più tipi di disabilità. Per un glossario delle diverse disabilità si consulti qui.
FONTE: elaborazione Openpolis – Con i Bambini su dati Istat
(pubblicati: venerdì 2 Febbraio 2024)
Disabilità di tipo motorio per circa un alunno su 10, mentre quelle visive e uditive riguardano circa il 4% degli studenti disabili.
Troppe opportunità educative ancora precluse ai minori con disabilità
Nel corso degli anni, diverse sentenze e leggi sono intervenute per tutelare il diritto costituzionale all’istruzione per le persone disabili.
Tra queste, va ricordato il pronunciamento della consulta del 1987 per ribadire il diritto incondizionato per tutti gli studenti con disabilità di poter frequentare le scuole di ogni ordine e grado. Una prerogativa tutelata anche dalla legge 104 del 1992.
“L’esercizio del diritto all’educazione non può essere impedito da difficoltà di apprendimento né di altre difficoltà derivanti dalle disabilità connesse all’handicap” – Legge 104/1992, art. 12
I dati mostrano che – in termini di iscrizioni – l’accesso alla scuola è stato progressivamente esteso, se si pensa che ancora nell’anno scolastico 2004/05 gli alunni con disabilità rappresentavano meno del 2% degli studenti.
I minori con disabilità spesso non hanno accesso alle stesse opportunità educative dei coetanei.
A distanza di vent’anni, la quota è oggi circa il doppio di allora. Eppure, in termini di effettiva inclusione, permangono delle criticità che rendono l’esperienza scolastica non paritaria in termini di opportunità educative. Specialmente nel confronto tra le diverse aree del paese.
Alcuni esempi: in media il 73,4% delle scuole italiane dispone di postazioni informatiche adattate, fondamentali per l’apprendimento delle nuove tecnologie per ragazze e ragazzi con disabilità. La quota supera l’80% in Emilia-Romagna e nella provincia autonoma di Trento, ed è superiore al 75% anche in Puglia, Umbria, Toscana e Piemonte. Mentre non raggiunge il 60% in Valle d’Aosta (58,5%), Molise (57,2%) e nella provincia autonoma di Bolzano (44%).
62,4% degli alunni con disabilità non partecipa alle gite scolastiche con pernottamento. Nel mezzogiorno la quota sale al 72,2%.
Nell’anno scolastico 2022/23, oltre il 60% degli studenti con disabilità non ha partecipato a gite scolastiche che prevedevano il pernottamento. Una quota che è consistente nel centro-nord (parliamo di oltre la metà dei ragazzi) e che nel mezzogiorno supera il 70% degli alunni disabili.
Anche nelle uscite didattiche brevi, che non prevedono il pernottamento, la presenza di studenti disabili purtroppo non è scontata. In media un ragazzo con disabilità su 10 non vi partecipa e la quota – pari al 6,9% nel nord – raggiunge l’11,1% nel centro e addirittura il 14,8% nel mezzogiorno.
Anche la partecipazione ad attività extra-didattiche è spesso compromessa, con la rinuncia di circa la metà degli studenti disabili, senza grosse differenze tra le aree del paese.
Le scuole accessibili nel Paese
Un complesso di opportunità educative, cruciali nell’apprendimento, nello sviluppo della personalità, nelle esperienze con compagni e insegnanti, risulta quindi oggi compromesso per molte ragazze e ragazzi con disabilità.
Solo 4 scuole su 10 sono pienamente accessibili per tutte e tutti.
Del resto, anche all’interno delle scuole la stessa accessibilità non sempre purtroppo mette chi ha un handicap in condizione di parità con i coetanei. Nel 2023, considerando tutti gli istituti, da quelle d’infanzia alle superiori, in media circa il 40% delle scuole è risultato pienamente accessibile a tutti. Parliamo di edifici scolastici accessibili dal punto di vista fisico-strutturale, ovvero che possiedano tutte le caratteristiche a norma (ascensori, bagni, porte, scale) e che, dove necessario, abbiano anche rampe esterne e servoscala.
Solo una scuola su 5 nelle province di Belluno e Genova è pienamente accessibile a persone con disabilità
Percentuale di edifici scolastici accessibili dal punto di vista fisico-strutturale (2023)
FONTE: elaborazione Openpolis – Con i Bambini su dati Istat (BesT)
(pubblicati: lunedì 1 Luglio 2024)
La quota di edifici scolastici accessibili sul totale peraltro è fortemente differenziata sul territorio nazionale. Sfiora il 75% in Valle d’Aosta ed è poco inferiore al 60% nelle province di Bergamo, Ascoli Piceno, Pordenone e Cremona.
In altre aree del paese, la situazione appare ancora meno paritaria per bambini e ragazzi disabili. La quota di edifici accessibili infatti non arriva al 30% nei territori di Siena, Salerno, Livorno, Napoli, Verbano-Cusio-Ossola, Imperia, Vibo Valentia, Genova e Belluno. In queste ultime due realtà la quota si attesta rispettivamente al 21,9% e 20,7%.
L’articolo è disponibile anche su conibambini.openpolis.it
L’Osservatorio #Conibambini, realizzato da Con i Bambini e Openpolis nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, fornisce dati e contenuti sul fenomeno in Italia nella modalità di data journalism, in formato aperto e sistematizzati, per stimolare un’informazione basata sui dati. L’obiettivo è promuovere un dibattito informato sulla condizione dei minori in Italia, a partire dalle opportunità educative, culturali e sociali offerte, ed aiutare il decisore attraverso l’elaborazione di analisi e approfondimenti originali.