On line – 27 aprile – Iniziativa “Il grande trasloco”
Nutrire. Abitare. Viaggiare. Curare. E lavorare. Coniugare i verbi e declinare “le parole che servono”, oggi, è una selezione dell’essenziale per vivere – più che sopravvivere – nella svolta antropologica in atto: accelerata dall’irrompere, nel mondo, del Covid-19.
Una sorta di nuova “grammatica della pandemia” (per andare oltre la pandemia e le crisi che ha accentuato o generato) che l’editore Terre di Mezzo sta realizzando con un progetto di narr/azione originale e concreto. Partito in marzo, andrà avanti fino a ottobre: è un grande romanzo-evento corale, snodato nei suoi capitoli online e scandito da un appuntamento a settimana (insieme a esperti, scrittori, change-maker, imprenditori e nuovi viaggiatori) ma che sarà poi pubblicato a fine anno, al termine del percorso, con lo stesso titolo dato all’iniziativa in progress: Il Grande Trasloco.
Cinque capitoli e una miriade di contenuti annessi e connessi, declinati dai cinque verbi fondamentali che tracciano la rotta di una navigazione collettiva orientata da temi come la sostenibilità, la giustizia, la bellezza, il viaggio, i beni comuni, il tempo; e diretta, in concreto, verso una disseminazione di buone prassi che partono dal cibo (reale e metaforico), si soffermano sull’habitat (antropico e naturale), perseguono un agire (anche economico) per consolidare riflessioni, valori (nell’accezione che ne dava Simone Weil) e legami: tra territori, tradizioni, comunità.
L’iniziativa è ideata da Terre di Mezzo con Fa’ la cosa giusta! (Fiera nazionale del consumo critico e degli stili di vita sostenibili), promossa da questa sigla editoriale nata a Milano nel 1994 come giornale di strada venduto da migranti e scritto da giovani professionisti, poi trasformatosi in editore di progetto con 70 titoli annui che coniugano sociale, civiltà dell’infanzia, manualistica, ricerca e impegno dalla parte dei più fragili.
E Il Grande Trasloco entra in questi giorni nel vivo con un tema cruciale, messo a dura prova dal marzo 2020: la scuola. La scuola intesa come spazio culturale ed educativo centrale (Danilo Dolci, Don Lorenzo Milani, Gianni Rodari e il Movimento di Cooperazione Educativa docent, giusto per citare alcuni tra i tanti possibili esempi recenti e significativi), come “importante presidio di comunità sul territorio”, o come “terra di mezzo”, appunto, tra la civiltà e la barbarie: «In questo progetto di narrazione collettiva per condividere idee generative, progettualità, nuovi stili di vita e strumenti al fine di “traslocare” nel futuro che vogliamo costruire, come Pianeta e come comunità, l’educazione è centrale: in una “nuova normalità” auspicata da tutti, come ripensare il futuro dell’educazione?».
Se ne parlerà martedì 27 aprile alle 18, in diretta sul sito ilgrandetrasloco.it con Marco Rossi-Doria, presidente di Con i bambini, sottosegretario all’Istruzione durante i Governi Monti e Letta, pedagogista già “maestro di strada” per aver insegnato nei quartieri difficili di Roma e Napoli dove è stato tra i fondatori, con Cesare Moreno e Carla Melazzini, del progetto “Chance – scuola pubblica di seconda occasione”.
Con Rossi-Doria, anche Fabio Geda, educatore e scrittore, per ragazzi e adulti, attento alla dimensione dell’intelligenza emotiva e affettiva, che nei suoi libri narra spesso l’importanza di “trovare un posto nel mondo”, mettendo al centro del racconto i bambini, i giovani e le loro storie di speranza.
L’appuntamento (il terzo di 6, sul tema del secondo capitolo del romanzo in progress, l’”abitare”), è realizzato in collaborazione con SFIDE-La scuola di tutti, il salone dedicato al mondo della scuola organizzato da Officine Scuola e Terre di mezzo, e metterà a fuoco le strategie di contrasto alla povertà educativa, estendendo lo sguardo alle periferie cittadine ma anche le aree interne; parlerà del futuro della scuola e del ruolo dell’insegnante educatore alla luce di quest’ultimo anno di pandemia; e interpellerà i due testimoni-militanti su cosa vuol dire abitare la scuola oggi, anche oltre la classe in aula, e come questa influenzi il territorio e la sua comunità, puntando sulla relazione e l’innovazione.