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Italia ultima in UE per tasso di natalità

Tag: Demografia

Foto di Janko Ferlic su Unsplash
  • Il problema dell’Italia con la denatalità è noto, anche nel confronto europeo.
  • Dal 2020 il tasso di natalità è sceso sotto la quota di 7 nuovi nati ogni mille abitanti, 2 punti in meno della media Ue.
  • 9 su 10 i comuni italiani che si trovano sotto la media europea.
  • Fa eccezione la provincia di Bolzano, dove quasi 2 comuni su 3 superano la soglia Ue.
  • Catania è il capoluogo con il tasso di natalità più alto nel 2020. Oristano quello con il più basso.
  • La natalità declinante sta portando a un progressivo spopolamento del paese. Le ultime proiezioni di Istat indicano che i quasi 60 milioni di abitanti potrebbero scendere a 45,8 milioni nel 2080.

Si tratta di una delle conseguenze del cosiddetto “inverno demografico”, aspetto di cui abbiamo avuto modo di occuparci in passato. Il tasso di natalità, ovvero il numero di nuovi nati in relazione ai residenti, è passato dai quasi 10 alla fine degli anni 2000, ai circa 8 del 2015 ai meno di 7 attuali. Una quota raggiunta a partire dal 2020, primo anno dell’emergenza Covid.

Sulle nascite Italia in fondo alla classifica Ue

Anche se la tendenza al calo della natalità caratterizza quasi tutti i paesi europei, il nostro si distingue per la gravità del fenomeno, anche nel contesto Ue. A fronte di una media dell’Unione di 9,1 nascite ogni mille abitanti nel biennio 2020-21, in Italia la quota si è fermata a 6,8.

Si tratta della cifra più bassa tra tutti gli stati membri, un dato confermato nella rilevazione 2022. Nell’ultimo anno disponibile, il tasso di natalità nazionale (6,7 nati ogni mille residenti) è stato di 2 punti inferiore a quello europeo (8,7).

Italia ultima in Ue per tasso di natalità
Tasso di natalità nei paesi Ue (2022)

FONTE: elaborazione openpolis – Con i Bambini su dati Eurostat
(pubblicati: lunedì 25 settembre 2023)

Molto lontano da paesi come Irlanda (11,2), Cipro (11,1) e Francia (10,6) dove nello stesso anno ha superato quota 10. Più vicini all’Italia risultano altri due paesi mediterranei come Spagna (6,9) e Grecia (7,3). Ma il dato nazionale è comunque inferiore anche a queste due nazioni. Persino in un contesto europeo di progressivo calo della natalità, quindi, l’Italia si distingue per un tasso più basso di quello registrato negli altri 26 stati Ue.

6,7 nati ogni mille abitanti in Italia nel 2022. Dal 2020 il tasso di natalità è sceso sotto la soglia di 7

Questo dato oltretutto non è altro che una media. Come tale, non consente di approfondire e comprendere come il fenomeno si sviluppi sul territorio. Alcune aree del paese, come Trentino Alto-Adige, Campania e Sicilia superano ampiamente la media nazionale; mentre altre, come Sardegna e Liguria, ne sono molto lontane.

Ma i divari sono ancora più ampi se rilevati a livello comunale, attraverso i dati elaborati da Istat nell’ambito delle statistiche sperimentali dell’istituto. Nel 2020, primo anno in cui la quota nazionale è scesa sotto i 7 nati ogni 100 abitanti, una minoranza di territori superava non solo la media italiana, ma anche quella europea. Parliamo del 10% dei comuni italiani dove il tasso di natalità rilevato è stato superiore alla media Ue pari in quell’anno a 9,1.

Al contrario, circa il 90% dei comuni non ha raggiunto questa soglia. Quasi il 60% di essi inoltre si è attestato anche al di sotto del dato nazionale (6,8 in quell’anno).

La distanza dal tasso di natalità europeo, comune per comune

Nell’89,3% dei comuni italiani il tasso di natalità rilevato nel 2020 è stato inferiore alla media europea, pari in quell’anno a 9,1 nascite ogni mille abitanti. Il 9,5% dei territori è al di sopra di questa soglia, mentre circa l’1% si può considerare in linea con la media Ue, essendo il divario con quest’ultima al massimo di 0,1 punti.

Come si osserva dalla mappa, il fenomeno della denatalità è più intenso rispetto ai valori europei su gran parte del territorio nazionale, con pochissime eccezioni.

In quasi il 90% dei comuni italiani il tasso di natalità è inferiore alla media europea
Confronto tra il tasso di natalità nei comuni italiani e la media Ue (2020)

FONTE: elaborazione openpolis – Con i Bambini su dati Istat (statistiche sperimentali)
(pubblicati: venerdì 23 dicembre 2022)

Fa eccezione a questa tendenza la provincia di Bolzano, dove meno di un terzo dei comuni presenti ha un tasso di natalità inferiore alla media Ue. Ben 2 comuni altoatesini su 3 superano la soglia europea.

20 le province e città metropolitane in cui nessun comune raggiunge la media Ue.

Oltre all’Alto Adige, solo nelle aree di Napoli, Catania e Caserta meno del 70% dei comuni si caratterizzano per un tasso di natalità inferiore alla media Ue. In tutte le altre province italiane sono di più. In particolare in 20 di queste la totalità dei comuni presenti si è attestata al di sotto della soglia europea. Si tratta di Barletta-Andria-Trani, Brindisi, Cagliari, Enna, Ferrara, Firenze, Forlì-Cesena, Grosseto, La Spezia, Lecce, Livorno, Massa-Carrara, Monza e Brianza, Perugia, Piacenza, Pistoia, Pordenone, Prato, Terni e Trieste.

Tra i capoluoghi, Catania in Sicilia è quello in cui si è registrato il tasso di natalità più elevato nel 2020: 8,48 nascite ogni mille abitanti. Sopra quota 8 anche Bolzano e Palermo. È comunque rilevante notare come nessuna delle città capoluogo abbia superato la media Ue nell’anno indagato.

Distante non solo dalla media europea, ma anche dallo stesso dato italiano, il tasso di natalità di Oristano: 3,55 nuovi nati ogni mille abitanti nel 2020. Poco sopra altre 4 città sarde: Nuoro (5,00), Sassari (4,96), Cagliari (4,84) e Carbonia (4,23).

L’articolo è disponibile anche su conibambini.openpolis.it.

L’Osservatorio #Conibambini, realizzato da Con i Bambini e Openpolis nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, fornisce dati e contenuti sul fenomeno in Italia nella modalità di data journalism, in formato aperto e sistematizzati, per stimolare un’informazione basata sui dati. L’obiettivo è promuovere un dibattito informato sulla condizione dei minori in Italia, a partire dalle opportunità educative, culturali e sociali offerte, ed aiutare il decisore attraverso l’elaborazione di analisi e approfondimenti originali.

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Report con dati comunali e mappe sul fenomeno della povertà educativa in Italia.

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