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L’estensione del tempo pieno nelle scuole primarie

Tag: Istruzione

Da alcuni anni, il tempo pieno è l’opzione preferita dalle famiglie italiane nelle iscrizioni dei propri figli al primo anno di scuola elementare. Una tendenza testimoniata dai dati pubblicati periodicamente dal ministero dell’istruzione.

Il tempo pieno è l’opzione prevalente nelle iscrizioni alla scuola primaria
Percentuale di iscritti al primo anno di scuola primaria per scelta di tempo scuola (a.s. 2017/18 – 2019/20)

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati ministero dell'istruzione
(ultimo aggiornamento: domenica 30 Giugno 2019)

Fin dall'introduzione, lo scopo del tempo pieno nelle scuole primarie è stato arricchire la formazione degli studenti.

Fin dalla sua introduzione nell'ordinamento, all'inizio degli anni '70 con la legge 820/1971, il tempo pieno è stato considerato funzionale a 2 obiettivi. Da un lato, rendere possibile una migliore conciliazione dei tempi lavorativi per le famiglie. Anche nell'ottica di incentivare l'occupazione femminile. Allo stesso tempo, fin dall'introduzione della legge, è stata chiara la valenza didattica e formativa di queste ore aggiuntive.

Le attività integrative della scuola elementare, nonché gli insegnamenti speciali, con lo scopo di contribuire all'arricchimento della formazione dell'alunno e all'avvio della realizzazione della scuola a tempo pieno, saranno svolti in ore aggiuntive a quelle costituenti il normale orario scolastico, con specifico compito, da insegnanti elementari di ruolo.

- Legge 820/1971, art. 1

Nel tempo sono intervenute diverse modifiche normative. Nel 2009 è stata stabilita un'articolazione di orario differenziata, la cui preferenza viene indicata dalla famiglia all'atto dell'iscrizione.

Il tempo scuola della primaria è svolto (...) a 24, 27, e sino a 30 ore, nei limiti delle risorse dell'organico assegnato; è previsto altresì il modello delle 40 ore, corrispondente al tempo pieno.

- Dpr 89/2009, art. 4

L'accoglimento delle opzioni di iscrizione fino a 30 ore settimanali e a tempo pieno è subordinato all'organico e ai servizi presenti nella scuola (aspetti che devono essere noti al momento dell'iscrizione). Sono le singole istituzioni scolastiche, su delibera del consiglio di istituto, a definire l'organizzazione dell'orario settimanale.

40 ore settimanali previste per il tempo pieno nelle scuole primarie, comprensive del tempo dedicato alla mensa.

Perché è importante estendere l'offerta

A distanza di oltre 50 anni, sebbene oltre 4 nuovi iscritti su 10 alla scuola elementare optino per il tempo pieno, la distribuzione delle richieste è molto differenziata sul territorio nazionale. Prendendo il dato delle richieste di iscrizione all'anno scolastico 2019/20 (l'ultimo prima della pandemia), si va dal 59,6% delle opzioni a 40 ore nel Lazio al 12,9% delle preferenze in Molise.

2 le regioni dove meno del 20% delle richieste riguardano il tempo pieno: Molise e Sicilia.

Il rischio di questo assetto è che la configurazione territoriale dell'offerta venga a modellarsi quasi esclusivamente sulla struttura socio-economica del territorio. Una tendenza che ne rende più facile la diffusione nelle aree urbane e nel centro-nord, dove i tassi di occupazione - soprattutto femminile - sono più elevati. Mentre, come sottolineato dalla rete di associazioni EducAzioni, è importante ridurre le disparità territoriali su un aspetto che riguarda l'offerta educativa rivolta ai minori.

L’aspetto ancor più grave è che questa riduzione del tempo si concentri nel sud del paese e nelle aree interne, cioè nei luoghi in cui maggiore è la dispersione scolastica e più estese le povertà educative.

- EducaAzioni, Potenziamento della didattica e diritto allo studio (2021)

Il tempo pieno nelle scuole primarie può offrire nuove opportunità di apprendimento e di socialità.

Nelle ore aggiuntive è infatti possibile conciliare la didattica curricolare con attività e esperienze organizzate in collaborazione con la comunità educante. A partire dalle associazioni e dalle strutture culturali presenti sul territorio, come biblioteche e musei. Ma anche con la valorizzazione degli spazi esterni alla scuola, per l'educazione ambientale, alimentare e motoria.

500 milioni di euro all'anno stimati dalla rete EducAzioni per estendere il tempo pieno nelle scuole primarie a 8.500 nuove classi.

Alla luce di questi vantaggi, una delle sfide indicate nel piano nazionale di ripresa e resilienza è proprio quella di estendere il tempo pieno e ampliare l'offerta formativa delle scuole. In questo senso, diventa cruciale quanto previsto nel piano rispetto alla costruzione e ristrutturazione di mense e palestre.

Aspetti che abbiamo avuto modo di approfondire in passato e che ovviamente sono il prerequisito per l'ampliamento del tempo pieno. In particolare i servizi di refezione, che consentono di svolgere attività scolastiche anche nel pomeriggio.

Le mense scolastiche nei comuni italiani
Percentuale di edifici scolastici statali dotati di mensa, nei comuni italiani (2018)

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Miur
(ultimo aggiornamento: lunedì 31 Dicembre 2018)

Ma qual è a oggi l'estensione del tempo pieno in Italia? E come si configura l'offerta tra i diversi comuni?

In quante classi è disponibile il tempo pieno

Sul territorio nazionale risulta molto variabile la presenza nelle scuole primarie di classi a tempo pieno. In media, in base ai dati Sose relativi alle regioni a statuto ordinario, poco meno del 40% delle classi presenta un'offerta di questo tipo nel 2017.

Nello stesso anno, si nota come i livelli più elevati si raggiungano in 4 regioni: Lazio, Lombardia, Piemonte e Toscana. Qui oltre la metà delle classi primarie è organizzata con l'orario a 40 ore. Poco sotto la soglia del 50% anche Emilia Romagna, Liguria e Basilicata.

In Lazio, Lombardia, Piemonte e Toscana oltre il 50% delle classi a tempo pieno
Percentuale di classi a tempo pieno nelle scuole primarie sul totale delle classi (2017)

DA SAPERE
Il dato è disponibile solo per le regioni a statuto ordinario.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Sose
(ultimo aggiornamento: lunedì 15 Marzo 2021)

La quota scende al di sotto del 20% nelle regioni in cui - come visto in precedenza - la domanda di questo orario risulta più debole. In primo luogo il Molise (5,6% di classi articolate sul tempo pieno), ma anche altre maggiori regioni del mezzogiorno come Campania, Abruzzo e Puglia, tutte collocate tra il 10 e il 20%.

55,7% le classi organizzate a tempo pieno nel Lazio nel 2017.

Scendendo a livello comunale, si nota come la spaccatura non sia esclusivamente tra nord e sud, ma anche tra grandi città e aree interne, in particolare piccoli comuni.

Se si considerano le città con una popolazione superiore a 100mila abitanti, la quota di classi primarie a tempo pieno risulta pari al 60,4% del totale. Percentuale che scende in un range compreso tra il 30 e 40% nelle città tra 10 e 100mila residenti. In particolare si colloca al 34% in quelle tra 60 e 100mila abitanti, al 38,5% tra 20 e 60mila e al 36,3% tra 10 e 20mila.

Nelle città maggiori oltre il 60% delle classi a tempo pieno, nei piccoli comuni la quota scende sotto il 15%
Percentuale di classi a tempo pieno nelle scuole primarie sul totale delle classi (2017)

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Sose
(ultimo aggiornamento: lunedì 15 Marzo 2021)

Distanze non solo tra nord e sud, ma anche tra piccoli e grandi comuni.

Nei comuni più piccoli la quota cala drasticamente: è ancora al 30,3% tra 5 e 10mila abitanti, scende al 25,5% tra 3 e 5mila e al 22,1% tra 2 e 3mila. Con meno di duemila residenti il dato scende ulteriormente. Se tra 1.000 e 2.000 abitanti ancora più di una classe su 5 (21,5%) è organizzata con il tempo pieno, con una popolazione sotto i 1.000 residenti si attesta ampiamente sotto questa soglia. Tra 500 e 999, la quota di classi a tempo pieno è pari al 14,5%, sotto i 500 scende al 6,5%.

Le classi a tempo pieno in Italia, comune per comune
Percentuale di classi a tempo pieno nelle scuole primarie sul totale delle classi (2017)

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Sose
(ultimo aggiornamento: lunedì 15 Marzo 2021)

L'articolo è disponibile anche su conibambini.openpolis.it.

L’Osservatorio #Conibambini, realizzato da Con i Bambini e Openpolis nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, fornisce dati e contenuti sul fenomeno in Italia nella modalità di data journalism, in formato aperto e sistematizzati, per stimolare un’informazione basata sui dati. L’obiettivo è promuovere un dibattito informato sulla condizione dei minori in Italia, a partire dalle opportunità educative, culturali e sociali offerte, ed aiutare il decisore attraverso l’elaborazione di analisi e approfondimenti originali.

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Report con dati comunali e mappe sul fenomeno della povertà educativa in Italia.

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