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Neet e giovani che vivono ancora con i genitori: due fenomeni collegati

Tag: DirittiIstruzione

L’Italia è uno dei paesi europei dove i giovani raggiungono più tardi l’autonomia dalla propria famiglia di origine.

Un dato che spesso viene portato a supporto di questa tendenza è quello relativo all’età in cui i giovani lasciano il nucleo. A fronte di una media europea di 26,4 anni, la stima per l’Italia supera i 30 (30,2 nel 2020). Solo altri 4 paesi dell’Unione raggiungono tale soglia: Croazia (32,4 anni), Slovacchia (30,9), Malta (come l’Italia a 30,2) e Portogallo (30).

Italia terza in Ue per tardività dell’uscita dal nucleo genitoriale
Età media stimata in cui i giovani che lasciano la famiglia dei genitori (2020)

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Eurostat
(ultimo aggiornamento: lunedì 21 Giugno 2021)

Come termine di paragone con gli altri maggiori paesi Ue, in Francia e Germania l'età media stimata in cui i giovani lasciano la famiglia si colloca attorno ai 24 anni.

23,8 anni l'età media stimata in cui i giovani tedeschi smettono di vivere con i genitori.

A conferma di tale tendenza media, anche la quota di giovani italiani che vive con la famiglia è più alta rispetto a quella degli altri maggiori paesi Ue. Nel 2019, viveva con i genitori circa la metà degli europei di età compresa tra 18 e 34 anni (50,4%). Tale quota in Italia sfiorava il 70%, contro dati vicini al 40% in Francia e Germania. Nella fascia 16-29 anni, il 69% di giovani europei che vive con i genitori si contrappone all'85,4% dell'Italia.

Negli stati del sud e dell’est Europa i giovani adulti vivono più spesso con i genitori
Percentuale di giovani adulti (18-34 anni) che vivono con i genitori (2019)

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Eurostat
(ultimo aggiornamento: venerdì 19 Novembre 2021)

Tendenzialmente, sono soprattutto i paesi dell'Europa orientale e meridionale a mostrare una maggiore permanenza dei giovani nel nucleo familiare di origine.

L'istruzione ha un impatto sull'autonomia dei giovani.

Si tratta di una dinamica su cui possono incidere numerosi fattori, tanto di tipo economico, quanto sociali e anche culturali. Ma che allo stesso tempo chiama in causa anche aspetti di natura educativa. Sull'autonomia dei giovani ha infatti un ruolo anche l'accesso ai percorsi di istruzione e formazione. A ricadere nella condizione di neet, cioè di giovane che non studia, non sta seguendo alcun percorso di formazione e non lavora, è più spesso proprio chi ha un livello di istruzione inferiore.

Più neet quando il titolo di studio è più basso
Incidenza di giovani neet (18-29 anni) per titolo di studio (2020)

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Istat
(ultimo aggiornamento: mercoledì 1 Dicembre 2021)

Per questo motivo, anche l'abbandono precoce della scuola o la mancanza di formazione sono fattori che possono compromettere le basi su cui poggia la possibilità dei più giovani di rendersi autonomi.

Come incide la presenza di giovani neet sul territorio

Da questo punto di vista, non è casuale che i paesi con più giovani neet siano generalmente anche quelli dove si abbandona più tardi il nucleo familiare.

Il legame tra neet e giovani adulti che vivono con i genitori
Ogni punto è uno stato Ue: in alto a destra quelli con più neet e più giovani che vivono con i genitori; in basso a sinistra quelli con meno neet e meno giovani che vivono con i genitori

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Eurostat
(ultimo aggiornamento: venerdì 19 Novembre 2021)

In questo quadro, spicca la specificità italiana della quota di neet. Nella fascia 15-29 anni, nel 2019, la quota di giovani italiani che non studiano e non lavorano è stata pari al 22,2% (il dato più alto nell'Unione europea). Nel 2020, la quota è ulteriormente salita al 23,3%, confermando il primato del nostro paese. Un dato che supera quello di Grecia (18,7%), Bulgaria (18,1%), Spagna (17,3%) e Romania (16,6%).

Un fenomeno quindi da monitorare nel tempo, anche nella sua profondità territoriale, per l'impatto che può avere sull'autonomia di ragazze e ragazzi.

37,5% l'incidenza di giovani neet in Sicilia nel 2020, nella fascia tra 15 e 29 anni.

In questo senso, il fenomeno appare particolarmente impattante nelle regioni del mezzogiorno. Nel 2020, a fronte di una media del 23,3% nella fascia 15-29 anni, spiccano i dati di Sicilia (37,5%), Calabria (34,6%) e Campania (34,5%). Mentre le quote più contenute si rilevano nell'Italia nord-orientale. In particolare in Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia e Veneto.

Oltre 1/3 di giovani neet in Sicilia, Calabria e Campania
Percentuale di neet tra i giovani di 15-29 anni nelle regioni italiane (2020)

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Istat
(ultimo aggiornamento: mercoledì 1 Dicembre 2021)

Ma cosa sappiamo rispetto al fenomeno dei giovani fuori dal mercato del lavoro e dalla formazione a livello locale? I dati più recenti disponibili con disaggregazione comunale, relativi all'ultimo censimento generale del 2011, già allora mostravano una maggiore incidenza nei comuni del sud.

Pur utilizzando un indicatore parzialmente diverso, l'incidenza di giovani fuori dal mercato del lavoro e da qualsiasi percorso di formazione appariva più elevata tra le grandi città meridionali. Tra queste Napoli (22,8%), Palermo (19,9%), Bari (15,2%).

L’incidenza di giovani fuori dal mercato del lavoro e dalla formazione nei comuni italiani
Percentuale di giovani (15-29 anni) in condizione non professionale diversa da studente (2011)

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Istat (8000 census)
(ultimo aggiornamento: sabato 31 Dicembre 2011)

Mentre dati sensibilmente inferiori si rilevavano a Roma (10,70%), Milano (8,10%) e Torino (11,20%). Tuttavia, anche nelle maggiori città del centro-nord, emergevano delle spaccature interne, tra centri e periferie. Come abbiamo avuto modo di approfondire in passato, nella stessa capitale al 6% di giovani neet dei quartieri Monte Sacro e Trieste si contrapponeva il 13,9% di Torre Angela, nella periferia orientale del comune. Mentre nel capoluogo lombardo era ampia la distanza tra la zona di Quarto Oggiaro (12,2%) e quella di Buenos Aires-Venezia (5%).

Dati che ricordano come, nei territori in cui incide maggiormente il disagio, il ruolo dell'istruzione per la piena autonomia dei giovani sia ancora più importante.

L'articolo è disponibile anche su conibambini.openpolis.it.

L’Osservatorio #Conibambini, realizzato da Con i Bambini e Openpolis nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, fornisce dati e contenuti sul fenomeno in Italia nella modalità di data journalism, in formato aperto e sistematizzati, per stimolare un’informazione basata sui dati. L’obiettivo è promuovere un dibattito informato sulla condizione dei minori in Italia, a partire dalle opportunità educative, culturali e sociali offerte, ed aiutare il decisore attraverso l’elaborazione di analisi e approfondimenti originali.

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