Asili nido: Italia ancora lontana dagli obiettivi europei
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L’Italia è ancora lontana dagli obiettivi europei in tema di offerta educativa per la prima infanzia. Attualmente il servizio è erogato quasi a metà da strutture pubbliche e da strutture private, con profonde differenze sul territorio nazionale. È quanto emerge dal report dell’Osservatorio povertà educativa #Conibambini, a cura di Openpolis e Con i Bambini. Di seguito un estratto del rapporto.
I servizi educativi per la prima infanzia (asili nido, nidi domiciliari, centri genitori-figli, spazi gioco) rappresentano un’opportunità educativa fondamentale per i bambini nei primi anni di vita. Questi centri infatti offrono un ambiente stimolante, dove relazionarsi con i coetanei attraverso giochi e attività. Questo da un lato contribuisce a sviluppare la creatività e la personalità, dall’altro riduce le disuguaglianze legate al contesto sociale, economico e culturale di origine.
Inoltre, l’ingresso precoce nel percorso educativo incide in maniera significativa sul futuro rendimento scolastico. Questo elemento è ritenuto talmente importante che l’Unione europea lo ha inserito tra i suoi Pilastri dei diritti sociali. È nei primi anni di vita che i bambini gettano le basi dello sviluppo successivo, ed è da lì che bisogna partire per non creare divari educativi. In particolare se la frequenza del nido è condizionata dal reddito dei genitori.
Nonostante questo, l’Italia è ancora lontana dagli obiettivi Ue. A fronte di uno standard europeo stabilito in 33 posti in asilo nido ogni 100 bambini, il nostro paese, nonostante un miglioramento registrato negli ultimi anni, si ferma infatti a 24,7. Un divario superiore agli 8 punti percentuali. Per colmare questo gap occorre incrementare il livello dell’offerta.
Il rapporto tra asili pubblici e privati in Italia
A livello nazionale, è il pubblico ad offrire il numero più elevato di posti. Quest’ultimo ne garantisce infatti 181.526 (il 51,2%) a fronte dei 173.115 (48,8%) messi a disposizione dai privati.
354.641 il numero di posti totali nei servizi educativi per la prima infanzia disponibili in Italia (2017)
Analizzando i dati a livello regionale, notiamo che solo quattro regioni italiane riescono a superare l’obiettivo europeo di 33 posti ogni 100 bambini. Sono la Valle d’Aosta (47,1%), l’Umbria (41,1%), l’Emilia Romagna (38,1%) e la Toscana (35%). Agli ultimi posti invece Calabria (10,1%), Sicilia (9,8%) e Campania (8,6%).
Posti in asilo nido, solo 4 regioni superano gli obiettivi Ue
Posti per 100 residenti 0-2 nei servizi educativi per l’infanzia pubblici e privati a livello regionale (2017)
Da notare che i risultati migliori si raggiungono dove l’offerta pubblica è più elevata. La Valle d’Aosta infatti è anche la regione con la più alta percentuale di copertura di posti pubblici (29,1%). Seguono Emilia Romagna (27,3%), Toscana (19,9%), Umbria (18,6%) e Trentino Alto Adige (17,8%). Delle prime 5 regioni italiane per livello di copertura, l’Umbria è l’unica con una maggioranza di offerta privata (22,5%).
3 su 4 regioni che superano il 33% hanno un’offerta prevalentemente pubblica. Allo stesso tempo, nessuna arriva al 33% senza offerta privata.
A livello provinciale, in generale, diverse province del centro-nord si caratterizzano per un elevato livello di copertura e per un’alta percentuale di posti pubblici. Al sud, invece, abbiamo generalmente livelli di offerta inferiori con alcuni casi in cui a prevalere è il privato, mentre in altri il pubblico.
Su conibambini.openpolis.it è possibile approfondire l’argomento con ulteriori grafici e mappe che analizzano i dati a livello provinciale, più due focus su Milano e Vibo Valentia, rispettivamente la provincia italiana con la maggiore offerta di asili nido e l’ultima tra le province calabresi per livello di copertura. Qui la maggioranza dei comuni è sprovvista di servizi educativi per la prima infanzia.
L’Osservatorio #Conibambini, realizzato da Con i Bambini e Openpolis nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, fornisce dati e contenuti sul fenomeno in Italia nella modalità di data journalism, in formato aperto e sistematizzati, per stimolare un’informazione basata sui dati. L’obiettivo è promuovere un dibattito informato sulla condizione dei minori in Italia, a partire dalle opportunità educative, culturali e sociali offerte, ed aiutare il decisore attraverso l’elaborazione di analisi e approfondimenti originali.