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Bassa mobilità sociale in Italia: il ruolo delle disuguaglianze educative

Nei comuni con più famiglie in disagio il livello medio nei test Invalsi è più basso. Un problema di mobilità sociale, perché significa che il percorso scolastico dei figli è ancora molto legato alla famiglia d’origine. Con effetti negativi anche sui divari territoriali, che colpiscono soprattutto il Sud. È quanto emerge dal report settimanale dell’Osservatorio povertà educativa #Conibambini, a cura di Openpolis e Con i Bambini. Di seguito un estratto del rapporto.

Uno dei problemi del nostro Paese è la bassa mobilità sociale, ovvero la maggiore difficoltà, soprattutto per chi nasce in una famiglia povera, di migliorare la propria condizione economica e sociale rispetto a quella dei propri genitori. L’Italia è uno degli Stati dell’UE con minore mobilità sociale.

Alla base di questo fenomeno c’è spesso una disparità educativa. Dai dati Invalsi, emerge come gli apprendimenti dei ragazzi che vengono da una famiglia svantaggiata siano sistematicamente inferiori rispetto a quelli dei loro coetanei.

Il motivo di questa tendenza è che la povertà educativa e quella economica si alimentano a vicenda. Nascere in una famiglia in ristrettezze significa spesso non avere a disposizione le stesse opportunità educative e sociali degli altri ragazzi.

Con il risultato che le disuguaglianze di partenza si perpetuano: per chi ha vissuto nell’infanzia una deprivazione sociale e educativa sarà più difficile sottrarsi, da adulto, alla marginalità sociale.

Al peggiorare della condizione familiare, calano gli apprendimenti in tutte le materie

Risultati medi nei test Invalsi di diverse materie rispetto allo status socio-economico-culturale della famiglia (V primaria, 2018/19)

Per comprendere meglio il fenomeno su scala locale, abbiamo messo in relazione i risultati Invalsi (relativi ai capoluoghi per l'anno 2017) con la quota di famiglie in potenziale disagio economico. Ovviamente, si tratta di un confronto indicativo - dato che si tratta di anni diversi elaborati con criteri diversi. Ma emerge come nei comuni con più famiglie in disagio il livello medio nei test invalsi sia spesso più basso.

Per chiarezza espositiva abbiamo diviso i comuni capoluogo in 4 categorie. In verde, quelli dove gli studenti hanno ottenuto risultati Invalsi sopra la media e dove la percentuale di famiglie in disagio è più bassa (inferiore al dato nazionale: 2,7%). In rosso, viceversa, quelli con apprendimenti inferiori al dato medio e con più famiglie in disagio rispetto alla media nazionale. In giallo e arancione gli stadi intermedi tra i due.

Dalla mappa emerge abbastanza chiaramente una polarizzazione Nord-Sud.

Disagio delle famiglie e apprendimenti degli studenti nei capoluoghi

Il colore varia in base alla combinazione tra livello di apprendimenti e incidenza di famiglie in disagio

Su conibambini.openpolis.it è possibile approfondire l’argomento con grafici che riguardano la situazione dell’Italia rispetto agli altri Paesi e mappe sulle differenze nei livelli di apprendimento tra i capoluoghi.  

L’Osservatorio #Conibambini, realizzato da Con i Bambini e Openpolis nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, fornisce dati e contenuti sul fenomeno in Italia nella modalità di data journalism, in formato aperto e sistematizzati, per stimolare un'informazione basata sui dati. L’obiettivo è promuovere un dibattito informato sulla condizione dei minori in Italia, a partire dalle opportunità educative, culturali e sociali offerte, ed aiutare il decisore attraverso l'elaborazione di analisi e approfondimenti originali.

L’elenco dei report in formato pdf è disponibile su Osservatorio povertà educativa #Conibambini.

Lo spot sulla campagna “Non sono emergenza” è in programmazione sui canali Rai dall’11 al 17 novembre 2024 nell’ambito delle iniziative di sensibilizzazione di Rai per la Sostenibilità – ESG.

Osservatorio #conibambini

Report con dati comunali e mappe sul fenomeno della povertà educativa in Italia.

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