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Ancora pochi posti negli asili nido in Italia, soprattutto al Sud

L’offerta di posti in asili nido e servizi educativi per la prima infanzia in Italia risulta carente e disomogenea, con profonde differenze tra nord e sud della Penisola e anche all’interno delle stesse regioni. È quanto emerge dal report settimanale dell’Osservatorio povertà educativa #Conibambini, a cura di Openpolis e Con i Bambini. Di seguito un estratto del rapporto.

Gli asili nido hanno un ruolo fondamentale nella crescita dei bambini. Da un lato, infatti, favoriscono l’inclusione riducendo le disuguaglianze legate al contesto sociale, economico e culturale di origine. Dall’altro, influiscono positivamente sullo sviluppo cognitivo dei bambini incrementandone la capacità di apprendimento. È stato dimostrato, infatti, come l’ingresso precoce nel percorso educativo incida in maniera significativa sul futuro rendimento scolastico.

Inoltre, la presenza dei servizi per prima infanzia sul territorio consente ai genitori di conciliare la vita lavorativa con quella familiare. Un elemento che può incentivare anche l’incremento dell’occupazione femminile, in Italia storicamente più bassa anche perché, purtroppo, la cura dei figli grava più spesso sulle donne che sugli uomini.

L’offerta di posti in asili nido e servizi educativi per la prima infanzia in Italia

Tra il 2013 e il 2017 (anno dei più recenti dati disponibili) il numero di posti ogni 100 bambini di 0-2 anni è aumentato, a livello nazionale, di 2,2 punti percentuali, passando dal 22,5% al 24,7%. Un dato, tuttavia, lontano dall’obiettivo europeo del 33% sulla copertura del servizio.

Un elemento significativo nell’aumento della copertura è legato al fatto che il numero di bambini si è ridotto. Tra il 2013 e il 2017, infatti, i residenti 0-2 presenti sul territorio nazionale sono costantemente diminuiti. Nel 2013 erano oltre un milione e 600mila, mentre nel 2017 erano scesi sotto il milione e mezzo (-157.311 i residenti 0-2 in meno tra il 2013 e il 2017, pari al -9,8%).

Il rischio è che il calo demografico induca a pensare che l’Italia non abbia un problema con la copertura del servizio, e che le attuali carenze si possano risolvere per inerzia, senza bisogno di estendere l’offerta. Questo sarebbe un errore, perché le criticità esistenti non verrebbero mai risolte.

Inoltre, la presenza dei servizi prima infanzia sul territorio rappresenta uno degli elementi che, insieme ad altre politiche, può aiutare a invertire la tendenza alla riduzione della natalità. Per questo motivo sarebbe dunque importante investire per incrementare il livello dell’offerta. Il numero di residenti 0-2 presenti ed il livello della copertura sono dunque due aspetti correlati e che, in parte, si influenzano a vicenda.

I dati a livello regionale

Scomponendo i dati a livello regionale, si nota che la Valle d’Aosta è prima per incremento della copertura di posti nelle strutture pubbliche e private rispetto ai residenti 0-2. In questa regione infatti si passa da 31,5 posti ogni 100 bambini nel 2013 a 47,1 nel 2017, un incremento di 15,6 punti percentuali.

Al secondo posto c’è il Tentino-Alto Adige che passa da 23,6 posti a 32 (+8,4). Significativo incremento anche per il Friuli-Venezia Giulia che passa da 25,1 posti ogni 100 bambini a 31 (+5,9). Nello stesso periodo in Sicilia (-1,3) e Calabria (-0,5) si è registrata una contrazione della copertura.

Tra le regioni maggiori la Valle d’Aosta è prima per incremento della copertura
Variazione in punti percentuali della copertura di posti nei servizi educativi per la prima infanzia rispetto ai residenti 0-2 a livello regionale (2013-2017)

La situazione nel 2017

Focalizzando l'analisi sul 2017, anno dei più recenti dati disponibili, la Valle d'Aosta risulta la regione con il rapporto più elevato tra numero di posti nelle strutture educative per la prima infanzia e residenti 0-2 (circa 47,1 posti ogni 100 bambini) mentre al secondo posto troviamo l'Umbria con un rapporto di 41,1 posti ogni 100 bambini.

Tra le regioni più grandi, l'Emilia Romagna risulta quella con il livello di copertura potenziale più elevato (circa 38,1 posti ogni 100 bambini). Segue la Toscana (35) e il Trentino-Alto Adige (32). Tra le regioni con il rapporto peggiore invece, al primo posto troviamo la Campania (circa 8,6 posti ogni 100 bambini), seguita dalla Sicilia (9,8) e dalla Calabria (circa 10,1).

Servizi per l’infanzia, solo 4 regioni superano il 33%
Rapporto tra il numero di posti nei servizi educativi per la prima infanzia e i residenti 0-2 a livello regionale (2017)

Dai dati emerge che il livello della copertura è generalmente più elevato al centro-nord, mentre al sud è carente. Un trend confermato anche osservando i dati delle città italiane più popolose.

Su conibambini.openpolis.it è possibile approfondire l’argomento con mappe e grafici a livello regionale e comunale, con un focus sulla Puglia che, pur occupando il sedicesimo posto della classifica per livello di copertura, è la regione meridionale con il maggior aumento dell’offerta di posti in asili nido.  

L’Osservatorio #Conibambini, realizzato da Con i Bambini e Openpolis nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, fornisce dati e contenuti sul fenomeno in Italia nella modalità di data journalism, in formato aperto e sistematizzati, per stimolare un'informazione basata sui dati. L’obiettivo è promuovere un dibattito informato sulla condizione dei minori in Italia, a partire dalle opportunità educative, culturali e sociali offerte, ed aiutare il decisore attraverso l'elaborazione di analisi e approfondimenti originali.

L’elenco dei report in formato pdf è disponibile su Osservatorio povertà educativa #Conibambini.

Lo spot sulla campagna “Non sono emergenza” è in programmazione sui canali Rai dall’11 al 17 novembre 2024 nell’ambito delle iniziative di sensibilizzazione di Rai per la Sostenibilità – ESG.

Osservatorio #conibambini

Report con dati comunali e mappe sul fenomeno della povertà educativa in Italia.

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