Pochi asili nido al Sud e nei comuni periferici
Nei comuni più periferici, i servizi educativi come gli asili nido sono carenti. Una situazione che si aggrava al Sud e che ha conseguenze negative sul percorso di istruzione e di inclusione sociale dei bambini. È quanto emerge dal report settimanale dell’Osservatorio povertà educativa #Conibambini, a cura di Openpolis e Con i Bambini. Di seguito un estratto del rapporto.
Asili nido e servizi integrativi per la prima infanzia sono fondamentali per il percorso di crescita dei minori, sia da un punto di vista educativo che sociale. Avere accesso a un ambiente stimolante, dove relazionarsi con i coetanei attraverso giochi e attività, permette ai bambini di sviluppare la propria creatività e personalità, e di ridurre le disuguaglianze legate al contesto sociale, economico e culturale di origine.
L’Italia è ancora lontana dall’obiettivo Ue di un’offerta di asili nido del 33%. Nel nostro Paese, viene offerto un posto in asili nido o servizi prima infanzia al 24,7% dei residenti tra 0 e 2 anni di età. Un dato che varia ampiamente da regione a regione, calando drasticamente nel Mezzogiorno.
In Sicilia e Campania c’è un posto in asilo nido per meno del 10% dei bambini
Posti per 100 residenti 0-2 in asili nido e servizi per la prima infanzia, nelle regioni italiane (2017)
Fatta eccezione per la Sardegna, tutte le regioni del Sud hanno una copertura dei servizi per la prima infanzia inferiore alla media italiana (24,7%). Agli ultimi posti Sicilia e Campania, entrambe con meno di 10 posti per 100 residenti 0-2.
Al lato opposto della classifica, tutte le regioni del Centro e del Nord superano la media italiana, alcune anche ampiamente. È il caso di Toscana, Emilia Romagna, Umbria e Valle d'Aosta, che offrono il servizio a oltre il 33% dei bambini, superando l'obiettivo Ue. Sono 38,5 posti in asili nido in più offerti dalla Valle d'Aosta rispetto alla Campania, ogni 100 bambini residenti.
L'offerta di asili nido nelle aree interne
È importante verificare che i servizi educativi siano diffusi in modo omogeneo su tutto territorio e non solo nelle città maggiori.
Le aree interne sono i territori del Paese più distanti dai servizi essenziali. Vengono definiti in questo modo i comuni intermedi, periferici e ultraperiferici, che distano rispettivamente più di 20, più di 40 e più di 75 minuti dal polo più vicino. Per comune polo si intende un territorio che offre contemporaneamente servizi fondamentali di istruzione, salute e mobilità. A meno di 20 minuti di distanza da un polo, i comuni vengono considerati di cintura.
Le aree interne hanno maggiori difficoltà in termini di accesso ai servizi, compresi quelli educativi, e questo ha conseguenze negative sui minori. Osservando i dati 2013 e del 2017, emerge che allontanandosi dai poli, la copertura del servizio cala in modo graduale, fino a raggiungere il livello più basso nei comuni periferici e ultraperiferici. Per 100 residenti tra 0 e 2 anni, i primi offrono in media 29,8 posti mentre gli ultimi 14,9. Quindi, i poli hanno il doppio dell'offerta di asili nido rispetto ai comuni periferici.
Le aree periferiche di Calabria e Liguria sono le più svantaggiate sull’offerta asili nido
Posti per 100 residenti 0-2 in asili nido e servizi per la prima infanzia, nei comuni periferici e ultraperiferici per regione (2017)
A quota 9,2 e 8,1 posti ogni 100 bimbi, i comuni periferici e ultraperiferici di Calabria e Liguria sono quelli con la minor copertura del servizio. Anche Basilicata, Puglia e Campania registrano dati inferiori alla media (14,9%). Regioni che, come la Calabria, risultavano tra le ultime anche nella classifica precedente.
Al contrario, la Liguria presenta due situazioni molto diverse: da un lato una buona copertura media a livello regionale (30,6%), dall'altro una carenza del servizio nelle aree più periferiche (8,1%). Da notare comunque che nei comuni periferici e ultraperiferici liguri vivono complessivamente 186 bambini tra 0 e 2 anni, mentre i residenti di 0-2 anni nei comuni periferici e ultraperiferici in Calabria sono 10.425. Cifra che corrisponde a circa il 20% dei possibili utenti di asili nido in Calabria.
L'assenza di strutture, tuttavia, non è una condizione che interessa solo i comuni periferici, ma anche quelli più centrali della regione. Complessivamente, la quasi totalità del territorio calabro è privo di servizi educativi per la prima infanzia. In Calabria, 3 comuni su 4 sono privi di asili nido.
Su conibambini.openpolis.it è possibile approfondire l’argomento, con grafici su tutte le regioni italiane e un approfondimento con mappa sulla Calabria.
L’Osservatorio #Conibambini, realizzato da Con i Bambini e Openpolis nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, fornisce dati e contenuti sul fenomeno in Italia nella modalità di data journalism, in formato aperto e sistematizzati, per stimolare un'informazione basata sui dati. L’obiettivo è promuovere un dibattito informato sulla condizione dei minori in Italia, a partire dalle opportunità educative, culturali e sociali offerte, ed aiutare il decisore attraverso l'elaborazione di analisi e approfondimenti originali.
L’elenco dei report in formato pdf è disponibile su Osservatorio povertà educativa #Conibambini.